Come comunica il gatto?

I gatti comunicano in molti modi differenti, riuscire a comprenderli ed interpretarli è la base per una relazione armoniosa.

Abili comunicatori

Possiamo suddividere le vie di comunicazione felina in quattro grandi categorie: la comunicazione vocale, visiva, olfattiva e tattile.

I gatti utilizzano questi canali di comunicazione per interagire con i propri simili e con individui di altre specie, compresi noi umani.

I gatti selvatici sono cacciatori indipendenti, per questo motivo non hanno evoluto quel complesso insieme di segnali utilizzati per coordinarsi con i propri simili, tipici invece del lupo e del cane domestico. Non è raro vedere due gatti fissarsi in una situazione di stallo che può durare anche alcuni minuti. Sebbene sembri non succedere niente, i due gatti stanno cercando di interpretare le intenzioni reciproche. Basta poi il movimento di un orecchio o della coda, per rendere la situazione più chiara.

Ciò non vuol dire che i gatti non siano degli abili comunicatori. Infatti, ogni proprietario sa riconoscere immediatamente la differenza tra i miagolii del proprio micio e capirne esattamente il significato. I nostri gatti di casa, infatti, hanno sviluppato una grande varietà di vocalizzi che utilizzano esclusivamente per comunicare con noi umani.

L’essere umano è la specie per eccellenza che utilizza il linguaggio verbale, i nostri amici felini si sono adattati a questa strategia per avere con noi un canale di comunicazione più diretto.

I gatti hanno già fatto la loro parte, ora tocca a noi impegnarci per comprendere tutte le sfaccettature del loro linguaggio.

Comunicazione vocale

I vocalizzi

I gatti utilizzano i vocalizzi in contesti molto precisi: nelle interazioni aggressive, durante il corteggiamento, nella comunicazione tra madre e cuccioli e come già detto, per interagire con l’essere umano.

Possiamo identificare: i miagolii veri e propri, emessi a bocca aperta ed utilizzati per comunicare un’ampia gamma di messaggi; i mormorii,  emessi a bocca chiusa, per comunicare approvazione, piacere e ringraziamento e i ringhi, a bassa frequenza, anch’essi prodotti a bocca chiusa, per esprimere aggressività.

Le fusa

Le fusa vengono emesse esclusivamente dalla famiglia dei felini, ma non è ancora chiaro quale sia l’esatto meccanismo che produce questo suono. Il gatto domestico può produrre dalle 25 alle 150 vibrazioni per secondo.

Le fusa esprimono in genere gioia e piacere, ma possono essere emesse anche per attirare l’attenzione del proprietario (ad esempio per ottenere del cibo o per farsi aprire una porta). In questo caso si chiamano fusa di sollecitazione e hanno una frequenza più bassa delle fusa  classiche.

Mamma gatta utilizza le fusa per rassicurare i cuccioli quando interagisce con loro, sia in fase di toelettatura che di riposo.

Inoltre, il gatto può fare le fusa anche in situazioni di forte stress o di sofferenza per cercare di rassicurarsi e tranquillizzarsi.

Suoni vibrati

Quando il gatto incontra un amico (di qualsiasi specie) spesso emette dei suoni vibrati e acuti definiti “trill” e “chirrup”. Questi suoni particolari vengono emessi a bocca chiusa e sono vero e proprio saluto in segno di amicizia.

Comunicazione visiva

La comunicazione visiva è costituita da un insieme di segnali che coinvolgono tutto il corpo del gatto, questi devono essere interpretati simultaneamente per avere un quadro corretto della situazione. Se ci si focalizza unicamente su una parte del corpo, si rischia di mal interpretare un atteggiamento.

Postura

La postura è il primo indicatore generale dello stato emotivo di un gatto. Osservando il livello di tensione muscolare possiamo capire se si trova in una situazione rilassata oppure in uno stato eccitatorio.

Non concentriamoci però unicamente sulla posizione del corpo perché potremmo facilmente cadere in errore.

Ad esempio, un gatto schiacciato ventre a terra può trovarsi in due situazioni completamente diverse. Se le orecchie sono appiattite e rivolte indietro, il gatto è molto spaventato, mentre se sono ben erette e protese in avanti il gatto è sul punto di sferrare un attacco. Così come, un gatto nella classica posizione con la schiena inarcata “a gobba” può voler comunicare una forte aggressività, oppure, può essere immerso in una sessione di gioco particolarmente movimentata.

Coda

La coda è una delle parti del corpo che comunica meglio il loro stato d’animo, osserviamone quindi la posizione e il movimento per capire cosa ci vuole dire il nostro micio.

In fase di riposo è mantenuta parallela al terreno, quando il gatto è in movimento, e adiacente al corpo quando il gatto è in posizione raccolta.

Lo sventolio della coda è un indizio lampante di uno stato di disagio. Spesso osserviamo questo comportamento quando accarezziamo un gatto che non gradisce il contatto fisico, o essere toccato in un determinato punto del corpo. Prestando attenzione a questo messaggio eviteremo di ricevere un graffio e di infastidire il micio.

Un gatto felice e pronto a ricevere le nostre carezze ci correrà in contro con la coda dritta e rigida.

È interessante osservare come gli stessi segnali vengono utilizzati anche dai cani, ma con il significato esattamente opposto.

Orecchie

Le orecchie sono un altro punto focale per interpretare il comportamento del gatto; queste possono essere mosse in maniera sincrona o indipendentemente e assumere varie posizioni.

Nella posizione di riposo sono mantenute dritte sopra la testa senza tensioni muscolari.

A seconda della direzione in cui sono rivolte possiamo capire se un gatto è incuriosito, arrabbiato o spaventato.

Ad esempio, quando il gatto è focalizzato su qualcosa noteremo subito la proiezione in avanti delle orecchie, seguita dai baffi e dalla dilatazione delle pupille; mentre un gatto molto arrabbiato le schiaccerà lateralmente, mostrandoci una bella “gobba” e una coda dal pelo rizzato.

Baffi

I baffi, o vibrisse, sono un organo di senso che il gatto utilizza per raccogliere informazione dal mondo esterno, ma anche per esprimere le proprie emozioni.

Anche in questo caso, una stessa posizione può avere significati differenti. Le vibrisse rivolte in avanti sono l’indizio di un gatto molto incuriosito ed attento, ma anche intimorito o preoccupato.

Cerchiamo, quindi, di valutare ogni dettaglio della situazione che abbiamo davanti per non fraintendere la loro comunicazione.

Comunicazione olfattiva

I gatti hanno un olfatto molto sviluppato e utilizzano vari tipi di marcatura per comunicare con i propri simili.

Feci e urine

Le deiezioni vengono spesso utilizzate per delimitare il territorio, specialmente nei maschi non castrati è tipico lo spruzzo di urina sulle superfici verticali. Le ghiandole perianali rilasciano feromoni all’interno delle marcature che identificano l’animale come una carta d’identità.

Quando il nostro gatto di casa inizia a sporcare fuori dalla cassetta igienica, sta probabilmente cercando di comunicarci qualcosa, non interpretiamolo come un dispetto.

Ghiandole

I gatti possiedono numerose ghiandole sul muso, principalmente sulle guance, sulla fronte e sul mento, ma anche alla base della coda e su tutta la sua lunghezza. Queste ghiandole rilasciano una sostanza contenete feromoni, che i gatti depositano sulle superfici, umani compresi, sfregandocisi contro.

Questo tipo di marcatura viene utilizzata nel core del territorio del gatto cioè la zona dove si sente più a suo agio e dove sono concentrate le sue risorse chiave.

Anche tra i polpastrelli delle zampe sono presenti delle ghiandole che emettono secrezioni odorose. Quando il gatto gratta le unghie su di una superfice sta allo stesso tempo, lasciando una traccia visiva e olfattiva, oltre che curare il benessere delle proprie unghie.

Comunicazione tattile

La comunicazione tattile può essere parzialmente sovrapposta a quella olfattiva. Quando due gatti amici si sfregano l’un l’altro, lo fanno essenzialmente con la testa, le guance e intrecciando le code. In questo modo stanno trasferendo il proprio odore sull’altro, così da avere entrambi un profumo rassicurante.

La toelettatura reciproca (allogrooming) e il riposo acciambellati insieme, vengono utilizzati dai gatti come segno d’amicizia e per rinsaldare il rapporto stesso.

Impariamo ad ascoltare

Per imparare ad interpretarne il linguaggio è fondamentale osservare il gatto nella sua totalità, dalla punta delle orecchie a quella della coda, e allo stesso tempo, analizzare il contesto in cui si trova.

Sforziamoci di considerare i suoi comportamenti come quelli tipici della sua specie, senza cercare di interpretarli in chiave umana.

Prestiamo attenzione ad ogni minimo dettaglio e variazione nelle posture, atteggiamenti e miagolii.

In una parola: ascoltiamoli.

 

Elisabetta Penna

Sono etologa e naturalista. Esperta di animali selvatici e domestici, appassionata di ornitologia e grande amante dei gatti. Ho fatto ricerca sull’avifauna locale e le capacità cognitive dei pappagalli e sono consulente di comportamento felino presso un hotel per gatti.